Strategie post Covid-19

Le PMI italiane nell’era post Covid

Come l’attacco terroristico alle due torri ha improvvisamente fatto scoprire al mondo di essere fragile al terrorismo, il Covid 19 impatterà in maniera importante sull’economia mondiale trasformandola in maniera strutturale.

Arpe Group in questo contesto è a fianco delle aziende italiane attraverso:

  • Nel breve termine: tool di tesoreria e calcolo BEP (break even point) per calcolare precisamente la necessità di cassa per superare l’attuale fase di recessione
  • Capacità di predisporre Business Plan strategici sul settore di elezione dell’azienda per un riposizionamento competitivo proattivo
  • Assistere le nostre Pmi nella riorganizzazione aziendale e nell’implementazione delle attività di M&A
  • Capacità di reperire le risorse finanziarie, sia sotto forma di capitale di debito che di equity, per l’attività di contingency, nella prima fase, e per l’ attività di crescita strategica di medio periodo.

Alcuni settori risulteranno rafforzati, altri indeboliti, tutti mutati.

Alcuni cambiamenti saranno però orizzontali:

  • In una prima fase sarà inevitabile fare i conti con una contrazione dei volumi di mercato totali e con la perdita della quota di mercato dei player italiani
  • In una seconda fase, vi sarà un processo di consolidamento delle filiere. Poiché la dimensione delle nostre PMI non è sostenibile strutturalmente, dal punto di vista strategico e competitivo questa farà emergere la necessità di alleanze/acquisizioni anche cross border. È importante che le aziende siano pronte a sfruttare queste opportunità di consolidamento verticale e orizzontale. E’ quindi necessario aggiornare, implementare in modo proattivo piani di M&A, analizzando le società da valutare (ad esempio fornitori chiave in situazioni di crisi) o in base all’attrattività del business (ad esempio opportunità di consolidamento della quota di mercato a prezzi scontati)
  • Accanto a questo rinnovamento delle filiere cambieranno i modelli di gestione dell’organizzazione: da un lato aumenterà la propensione a lavorare da remoto, in modo più agile e flessibile, dall’altro verranno eliminate tutte le sacche di inefficienza che andranno tagliate per sopravvivere in modo sostenibile. Le fabbriche del futuro avranno una faccia molto diversa – sempre più simili a laboratori sterili, con la riorganizzazione di spazi, della catena logistica e dei flussi produttivi in modo lean ed efficiente. Le nostre PMI sono già abituate a pensare l’ingegneria industriale in modo innovativo sfruttando tecnologia e innovazione.
  • Ci sarà l’accelerazione della digitalizzazione, per garantire la business continuity delle funzioni aziendali collaterali e di quelle core. Assisteremo a un aumento esponenziale dell’impiego della robotica e anche alla nascita di nuove frontiere di sviluppo del prodotto, la commercializzazione avverrà sempre più anche attraverso la gestione da remoto.
  • La digitalizzazione avrà impatti particolarmente rilevanti su quattro aspetti, sulla supply chain, con la necessità di avere visibilità sulla rete dei fornitori e la piena tracciabilità di prodotti e materiali; sulla produzione, automatizzazione delle linee di produzione, che consentirà di aumentare l’efficienza operativa e ridurre contemporaneamente la dipendenza dal lavoro umano e l’impatto di eventuali carenze di manodopera; sul fronte commerciale, lo sviluppo di sistemi di e-commerce e marketing digitale consentirà di raggiungere in modo efficiente e completo le reti di clienti.